Non c’è molto da festeggiare, oggi. Non andremo in piazza, non canteremo insieme come abbiamo fatto ogni anno, ogni 1º Maggio.
Eppure questa crisi ci ha reso sicuramente più consapevoli di quanto valga il Lavoro. Il Lavoro di un infermiere, di un medico, di un assistente sanitario. Il Lavoro di un insegnante. Il Lavoro delle Forze dell’ordine. Il Lavoro del commesso, del magazziniere. Il Lavoro del farmacista. Il Lavoro del giornalista. Il Lavoro di un operaio. Il Lavoro di un imprenditore. Il Lavoro dell’edicolante. Il Lavoro di un agricoltore. Il Lavoro della partita IVA, del professionista. Il Lavoro delle donne. Il Lavoro che si ha paura di perdere e quello che è rimasto sospeso in attesa di tempi migliori. Il Lavoro a cui ci si aggrappa per sopravvivere. Il lavoro nero, sottopagato, sfruttato.
Il lavoro che non c’è.
Oggi è la festa del Lavoro, dei lavoratori, dei diritti di chi lavora, della dignità che viene dal guadagnarsi il pane onestamente, dal realizzare se stessi, dal fare parte di una comunità di persone nella quale ognuno dipende da tutti e nessuno si salva da solo. Lo abbiamo imparato in questi giorni, sulla nostra pelle, quanto abbiamo bisogno degli altri, del Lavoro degli altri.
A chi ci vuole divisi, arrabbiati, incattiviti in questo 1º Maggio dovremmo saper rispondere che il cinismo che vuole lucrare consensi sulla disgrazia non vincerà. Che questo nostro Paese si rialzerà e saprà ripartire insieme. Dai lavoratori. Dai suoi cittadini. Dal Lavoro.
Buon Primo Maggio!
f.to Anna Ascani
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