Questa canzone (con video) mi è stata ispirata da una “ragazza dell’ Ucraina” badante di mia madre che con una figlia e un marito in patria ha dovuto assistere pietrificata e addolorata al martirio del proprio popolo.Le strofe condannano la durezza e la barbarie dell’invasione, ricordando orrori vecchi nuovi di una concezione dello stato come superpotente e dominatore su altri.Di contro nei ritornelli, il dolore puro e semplice della ragazza che d’improvviso sprofonda in una disperazione che non riesce a capire: la violenza folle del despota di uno stato totalitario.Ma i fiori della libertà non moriranno mai recita il finale, così’ come l’aspettativa morente, ma sempre risorgente, dei popoli di condire con se stessi il proprio destino e vivere dentro una libertà politica statuale morale e psicologica. Dedicata al popolo Ucraino e alla sua resistenza.
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