Nonostante la tregua annunciata a fine marzo tra il governo etiope e il Fronte popolare di liberazione del Tigray per far entrare aiuti umanitari bloccati dal dicembre scorso, una terribile carestia sta affamando milioni di persone.
Gli ospedali e le scuole sono distrutte (1 milione e 700.000 bambini non hanno accesso all’istruzione), mancano cibo, medicine, elettricità e comunicazioni, gli stipendi sono sospesi, le banche chiuse e non si può circolare da e verso il Tigray. I crimini brutali proseguono. Il 3 marzo ad Ayisid Kebele 11 persone, tra cui 9 tigrini, sono stati bruciati vivi. Un recente rapporto di Amnesty international e Human rights watch afferma che i civili tigrini sono stati presi di mira in “un’implacabile campagna di pulizia etnica” con massacri, esecuzioni extragiudiziali, violenze sessuali e arresti arbitrari da parte delle forze governative, delle milizie alleate e delle forze armate eritree alleate con l’Etiopia.
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