Almeno 60 persone, fra cui un bambino di quattro mesi, sono morte in un attacco condotto domenica scorsa da uomini armati in una miniera d’oro a Djugu, nella provincia di Ituri, nell’est della Repubblica democratica del Congo (Rdc). Lo riferiscono fonti citate dall’emittente locale “Radio Okapi”, di proprietà delle Nazioni Unite, secondo cui finora 29 corpi sono stati recuperati dai soccorritori.
Il ministero delle Comunicazioni ha accusato il gruppo ribelle Codeco (Cooperativa per lo sviluppo del Congo) di essere responsabile dell’attacco. “Il governo chiarisce che questo ennesimo atto barbaro e codardo dei terroristi del Codeco su popolazioni innocenti non scuoterà in alcun modo la sua determinazione a riportare la pace”, ha affermato il ministero in una nota.
“L’esercito sta lavorando giorno e notte per eliminare completamente i gruppi armati qui nell’Ituri”, ha aggiunto. L’attacco è stato condotto domenica scorsa quando i ribelli hanno attaccato la località sparando colpi di arma da fuoco prima di iniziare a uccidere casualmente le vittime con machete e pistole, secondo quanto riferito dai testimoni. Nel febbraio il gruppo Codeco – formato da un’associazione di vari gruppi di milizie lendu – ha attaccato un campo dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) che ospita sfollati civili, uccidendo oltre 50 persone.
Il gruppo Codeco è stato invitato ma non si è presentato ai colloqui a Nairobi promossi il mese scorso dal governo del Kenya per invitare le milizie a deporre le armi. Il governo congolese ha imposto un anno fa lo stato d’assedio nelle due province dell’Ituri e del Nord Kivu, dove proliferano decine di milizie armate, tuttavia finora l’estrema insicurezza persiste.
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