La guerra in Afghanistan dove i talebani hanno riconquistato il potere quest’estate con il ritiro improvviso degli Stati Uniti dal Paese, scatenando la resistenza del gruppo armato clandestino Panjshi, che continua ad opporsi al nuovo Governo. Si tratta di una guerra civile iniziata nel lontano 1978, con milioni di vittime in questi decenni, a causa forze politiche e gruppi armati, supportati in passato da influenze straniere – prima russe, poi americane – a contendersi il controllo del Paese.
In Nigeria, l’insieme di circa 250 gruppi etnici ha dato inizio, nel periodo post-coloniale, a decine di conflitti e guerriglie per il controllo di territori contesi. Ma, sicuramente, il più tragico fronte dell’ultimo decennio è quello che vede in azione i sanguinosi soldati del gruppo terroristico di Boko Haram nel Nord-Est del Paese. Qui ogni anno si consumano feroci attentati per sterminare gli uomini e rapire donne e bambini.
La guerra che coinvolge, invece, il Myanmar, la ex-Birmania, molti la definiscono “la guerra più sconosciuta del mondo”. Questo perché si tratta di un conflitto “a bassa intensità”, ovvero prolungato nel tempo con scontri non continui, ma ciò non significa affatto che sia meno tragico. Anzi, visto che dal 1948, anno in cui lo Stato asiatico ottenne l’indipendenza dall’Impero coloniale inglese, continua a causare morti e feriti ogni anno. Solo nel 2022 sono già più di 4.000 le vittime militari e civili perite negli scontri.
Iniziata con la protesta contro il regime del presidente Bashar al-Assad, dal 2011 la Siria convive con una terribile guerra civile di cui non si vede la fine. Gli scontri tra la formazione di milizie ribelli e l’esercito regolare del governo siriano, sono agguerriti. In oltre dieci anni di guerra battaglie e bombardamenti hanno ucciso migliaia di civili causando una crisi umanitaria devastante.
Anche l’Etiopia viene praticamente ignorata, un altro conflitto che dal novembre 2020 sta devastando una parte del Paese, con centinaia di migliaia di sfollati e frequenti massacri nei confronti della popolazione civile. Le due parti in campo sono, da una parte il governo federale etiope, dall’altra i ribelli della regione del Tigray che vogliono più autonomia. Nessuno dei due può dire di non aver commesso atrocità contro i civili.
Le ostilità in Yemen tra sciiti e sunniti, e quindi anche in questo caso per ragioni etniche, iniziate con la transizione politica da Ali Abdullah Saleh a Abdrabbuh Mansour Hadi, secondo l’Onu, hanno causato fino a 400mila morti. I combattimenti sono iniziati nel 2014 per poi intensificarsi nel 2015 e, ancora oggi il conflitto uccide e devasta.
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