Uno statista non è in grado di creare nulla» osservò il “Cancelliere di ferro” Otto von Bismarck. «Deve solo attendere e ascoltare finché non sente i passi di Dio che risuonano in mezzo agli eventi; a quel punto deve balzare in piedi e attaccarsi all’orlo della Sua veste». Un secolo e mezzo più tardi, il Cancelliere tedesco Olaf Scholz a quanto pare ha sentito quei passi.
Non è bastato aver utilizzato i combattenti delle Unità di Protezione Popolare (Ypg/Ypj) come fanteria della coalizione occidentale, sacrificando migliaia di uomini e donne del nord-est siriano per riconquistare i territori mangiati dal Califfato di Abu Bakr al-Baghdadi, mentre le grandi potenze aprivano la strada con i raid aerei senza mai tradire il mantra No boots on the ground. Non è bastato nemmeno il tradimento della stessa alleanza anti-Isis che, una volta decapitata l’entità voluta dalle Bandiere Nere in Siria e Iraq, ha lasciato alle popolazioni curde la gestione dei prigionieri e la difesa del proprio territorio assediato non più dai terroristi di Isis, ma dall’esercito turco che ne vuole prendere definitivamente il controllo, anche usando ex combattenti fedeli allo Stato islamico e al-Qaeda. Oggi, in cambio dell’adesione di Svezia e Finlandia alla Nato, il presidente turco, Recep Tayyip Erdoğan, mette come condizione lo stop al “supporto di questi Paesi ai terroristi del Partito dei Lavoratori del Kurdistan
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