La Turchia ha bombardato il Kurdistan iracheno per quasi un anno – nel silenzio globale – nonostante le accuse di crimini di guerra, compreso l’utilizzo di armi chimiche.

L’operazione Claw Lightning, l’ultima offensiva militare della Turchia nella regione, è iniziata nei villaggi di Hiruri e Kesta il 23 aprile, anniversario del genocidio armeno.

Ankara afferma di voler prendere di mira unicamente il Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK), ma le vittime dei suoi bombardamenti e invasioni sono prevalentemente civili, compresi operatori sanitari, insegnanti e agricoltori.

Gli appelli agli organismi mondiali, tra cui l’ONU e l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, continuano a essere ignorati.

Perversamente, l’unica azione intrapresa è stata contro un gruppo di curdi ei loro sostenitori, che sono stati arrestati durante una protesta alla conferenza annuale dell’OPCW all’Aia a dicembre.

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