In Somalia la farina di grano costa ormai il doppio, mentre il prezzo dell’olio da cucina è quasi triplicato rispetto a pochi mesi fa. Uno dei problemi principali deriva dal fatto che quasi tutto il grano venduto in numerosi Paesi africani proviene da Kiev o da Mosca, che hanno bloccato le esportazioni attraverso il Mar Nero da quando Vladimir Putin ha attaccato il popolo vicino lo scorso febbraio. La guerra in Ucraina rischia di travolgere milioni di persone lasciandole prive di cibo. Nel Corno d’Africa questa crisi si somma a condizioni già drammatiche dovute alla persistente siccità, con le Nazioni Unite che hanno già avvertito che circa 13 milioni di persone stanno affrontando la fame nella regione. Mentre le famiglie provano ad arrangiarsi sostituendo il sorgo, un altro cereale più facilmente disponibile, nella propria focaccia, l’inflazione ha fatto esplodere anche il prezzo dell’olio da cucina necessario per prepararla. Nella capitale Mogadiscio dai 16 dollari necessari per acquistare un barattolo si è passati a 45.
Haji Abdi Dhiblawe, un uomo d’affari che importa farina di grano in Somalia, denuncia che mancano anche i container navali per portare far arrivare le forniture alimentari dall’estero. “I somali non hanno un posto dove coltivare il grano e non sanno nemmeno come coltivarlo”, ha dichiarato all’agenzia di notizie AP, temendo un esaurimento delle scorte. In Camerun la situazione non è migliore, con un sacco di grano da 50 chilogrammi venduto a 60 dollari, contro i circa 30 dei mesi scorsi. In un’altra area, quella del Sahel appena sotto il deserto del Sahara, ci sono altri 18 milioni di persone che stanno affrontando la carenza di cibo, dato che la produzione agricola è la peggiore dell’ultimo decennio, a causa della persistente siccità. La situazione potrebbe aggravarsi con la fine dell’estate, secondo le previsioni del Programma Alimentare Mondiale dell’Onu (Wfp). A peggiorare la situazione l’Unicef prevede si inserirà anche il costo degli alimenti terapeutici per i bambini malnutriti, che potrebbe aumentare del 16% nei prossimi sei mesi, a causa della guerra in Ucraina e delle interruzioni legate alla pandemia.
Dipendenza eccessiva
In base ai dati delle Nazioni Unite, tra il 2018 e il 2020 i Paesi africani hanno importato il 44% del loro grano da Russia e Ucraina. Secondo la Banca africana di sviluppo l’aumento dei prezzi del grano nel continente è pari al 45% in più. Che si tratti di couscous o di frittelle, i clienti stanno pagando costi spropositati o non stanno mangiando affatto. “L’Africa non ha alcun controllo sulla produzione o sulle catene logistiche ed è totalmente in balia della situazione”, ha dichiarato il presidente senegalese Macky Sall, presidente dell’Unione Africana. In programma c’è un viaggio sia in Russia che in Ucraina per discutere del problemi dei prezzi, schizzati alle stelle anche per i fertilizzanti importati, pagati il 300% in più. Nel frattempo Vladimir Putin sta utilizzando la situazione alimentare per fare pressione sull’Occidente affinché revochi le sanzioni contro Mosca, accusando l’Occidente di essere la causa di questa crisi, ma in realtà cibo, fertilizzanti e sementi sono esenti dalle misure punitive imposte alla Russia. Il nodo sta tutto nel blocco dei porti del Mar Nero, dove la presenza dei militari russi o i loro attacchi impediscono la partenza delle navi cariche di cereali.
Il piano della Banca Africana di Sviluppo è di investire 1,5 miliardi di dollari per fornire gli agricoltori di sementi certificate, fertilizzanti e altri aiuti. Nella strategia rientra anche la riduzione della dipendenza dalle importazioni dall’estero, ma in tal caso si tratta di transizioni economiche che possono richiedere anni. Nell’attesa, il presidente del Senegal sostiene che sia più rapido modificare il menù della popolazione, incoraggiando gli africani a consumare cereali locali, che un tempo erano i prodotti su cui si basava la loro dieta. “Abbiamo abbandonato il miglio e abbiamo iniziato a importare riso dall’Asia. Ora sappiamo solo mangiare riso e non ne produciamo abbastanza. Sappiamo mangiare solo pane, ma non produciamo grano” ha affermato Sall.
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