La società Rivieracqua dopo 10 anni dalla sua costituzione versa in una situazione debitoria  da cui può uscire con l’accollo dei debiti da parte dei Comuni (che auspichiamo!), con l’ingresso di nuovi soci  privati o col fallimento: è un fatto di gravità inaudita  e rappresenta una condanna senza appello di una classe politica inadeguata.

Come si è potuti arrivare a 56 milioni di indebitamento?

  1. Per la mancata pianificazione finanziaria, in relazione al processo di conferimento dei comparti del Servizio idrico integrato  da parte dei Comuni soci;
  2. per il deficitario processo di contribuzione dei Comuni e l’insufficiente capitalizzazione dell’ente;
  3. per il mancato tempestivo perfezionamento del processo di integrazione di Rivieracqua con le preesistenti gestioni operate da AMAIE e SECOM e di subentro nelle gestioni dei  “cessati ex lege” AMAT, AIGA e 2IRetegas.

Sono queste alcune delle scelte sbagliate sin dall’origine che hanno provocato il disastro a cui stiamo purtroppo assistendo.

Ci chiediamo perché è stato individuato come direttore generale Gabriele Saldo, già  assessore provinciale? Quale curriculum esibiva?L’incarico di direttore generale  è terminato solo nel 2016 quando è stato raggiunto da indagini  e poi condannato nel 2019 per violazione del segreto d’ufficio. Tale esito è il fallimento politico di chi lo aveva nominato (Provincia all’epoca guidata dal centrodestra).

Perché nel  2016, l’allora CdA di Rivieracqua acquistò acqua all’ingrosso da Amat a una tariffa superiore di circa il 400% rispetto a quanto quest’ultima società aveva pagato ad Amaie?

Perchè l’Assemblea dei Soci non si è ancora espressa per valutare eventuali azioni di responsabilità nei confronti dei membri dell’allora CdA?

Dal 2013 pare Rivieracqua abbia pagato 1 mil. e 200 mila euro per consulenze esterne ; ci chiediamo se la società distribuisca acqua o consulenze.

Ci chiediamo inoltre come sia possibile per un socio privato investire capitali senza ottenerne remunerazione (così come previsto dall’abrogazione referendaria nella parte in cui contempla la remunerazione del capitale investito)?

La proposta del socio privato più che una soluzione efficiente ci sembra una soluzione comoda e utile per la classe politica che vuole “cancellare” i debiti della società per cancellare le proprie responsabilità di malgoverno di questi  anni.

E’ sufficiente informarsi sull’andamento di società come Amat ed Aiga, partecipate da un socio privato, per comprendere che tale composizione societaria non garantisce di per sé né più investimenti né qualità del servizio. Cosi come evidenziato nell’articolo su https://www.imperiapost.it/578282/imperia-socio-privato-per-rivieracqua-i-bilanci-di-amat-dicono-che-iren-non-e-servito-a-molto-quanto-a-investimenti-nellacquedotto-le-cifre.

In merito poi al progetto di “Camino per il depuratore di Imperia” ribadiamo che lo consideriamo uno sperpero inutile di risorse pubbliche; per eliminare i miasmi occorre sicuramenti investire il massimo  sul miglioramento dei processi di trattamento e anche di trasferimento; col camino è un po’ come se si pensasse di risolvere il problema delle acque reflue semplicemente allungando la condotta di scarico a mare.

Risulta evidente che in questi dieci anni di gestione pubblica dell’acqua è mancata una sana ed incisiva azione di controllo sulla prassi amministrativa adottata.

Per questo motivo il nostro gruppo politico, interno al PD , decide di NON TACERE non solo sul servizio idrico ma  anche su altri temi di grande interesse per i Cittadini quali “Servizio di smaltimento Rifiuti” e “Sanità” dove la tutela del bene pubblico deve essere il fine ultimo delle buone scelte amministrative.

Allegato – cronostoria 62 milioni in dieci anni !!!

Non sono le entrate ma i debiti della società Rivieracqua che avrebbe dovuto gestire l’Ato idrico ma che invece, dopo essere stata una società consortile si è trasformata in Spa e  si trova di fronte a un bivio per non fallire, diventare una società mista con socio privato o pagare i debiti con la partecipazione di tutti in comuni in modo proporzionato agli abitanti.

https://www.sanremonews.it/2022/04/07/leggi-notizia/argomenti/altre-notizie/articolo/rivieracqua-ecco-lelenco-dei-creditori-al-31-dicembre-2021-debiti-complessivi-per-oltre-62milioni.htmll

al momento ( Purtroppo!!  ) solo alcuni comuni si sono espressi per non vendere la quota del 49% come indicato dal Cda e dal commissario Checcucci

https://www.imperianews.it/2022/08/10/leggi-notizia/argomenti/politica-5/articolo/lassemblea-dei-sindaci-da-lok-al-passaggio-di-rivieracqua-a-spa-confermato-anche-lattuale-cda-f.html

Ma come è stato possibile accumulare  così tanti debiti in soli dieci anni , circa 6 milioni all’anno?

In fondo anche per quanto riguarda l’acqua cosi come per la spazzatura la tariffa che paghiamo in bolletta dovrebbe coprire tutti i costi, quindi cosa è successo in questi anni ?

Partendo dal 2012 dall’origine , cioè dall’anno della fondazione della società e leggendo gli atti della provincia e lo statuto della società consortile Rivieracqua nata appunto nel 2012 per gestire l’Ato idrico provinciale alcune considerazioni sono evidenti e conosciute.

Allegherei qui statuto e atto provincia in pdf che ho linkato sulla chat

Perché ci fuuna mancata pianificazione finanziaria, in relazione al processo di conferimento dei comparti del SII da parte dei Comuni soci, al deficitario processo di contribuzione dei Comuni e alla insufficiente capitalizzazione dell’ente rispetto agli obiettivi?

Questa circostanza ha condotto al mancato (e tempestivo) perfezionamento del processo di integrazione di Rivieracqua con le preesistenti gestioni operate da AMAIE e SECOM e di subentro nelle gestioni dei c.d. “gestori cessati ex lege” AMAT, AIGA e 2IRetegas, con la conseguenza che la proponente non ha potuto beneficiare di strutture organizzative integrate, trovandosi costretta a dotarsi, fin dall’origine, di una deficitaria struttura organizzativa e amministrativo contabile. A ciò si aggiungano, da un lato, la totale mancanza di un progetto organico e condiviso di integrazione con i Comuni e con i gestori cessati, dall’altro, l’inadeguatezza delle tariffe del SII. e l’impossibilità del raggiungimento del c.d. full cost recovery; dall’altro ancora, la gestione frammentaria e disorganica nei trasferimenti dei rami e nell’instaurazione dei rapporti tra Comune, Rivieracqua e agli altri soggetti coinvolti.

La provincia nel 2012 era guidata dal centrodestra e aveva come presidente Sappa , uomo di fiducia dell’attuale presidente della provincia Scaiola.

Chi aveva un ruolo importante alla nascita di Rivieracqua dalle cui scelte sbagliate è derivato un malfunzionamento della società oggi ci dice anche come uscirne e lo fa anche definendo la società stessa  un Bidone che va cambiato

https://www.riviera24.it/2020/06/claudio-scajola-duro-su-rivieracqua-e-un-bidone-se-una-cosa-non-funziona-si-cambia-627863/

oltre a scelte sbagliate nella individuazione della struttura della società e nella sua organizzazione lascia poi perplessi agli attenti osservatori come sia stata gestita e a chi fu affidato il ruolo di dirigente.

Venne scelto l’assessore provinciale Gabriele Saldo , che rimase in carica fino al 2016 anno quando a causa di indagini su concorsi truccati diede le dimissioni insieme al Cda del tempo e fu poi condannato nel 2019 per abuso d’ufficio.

https://www.riviera24.it/2017/11/rivieracqua-ecco-chi-sono-gli-indagati-nella-nuova-inchiesta-sul-gestore-unico-provinciale-271285/

https://www.primocanale.it/archivio-news/192013-blitz-della-guardia-di-finanza-negli-uffici-di-rivieracqua-imperia.html

Ecco quindi che oltre ad alcune scelte sbagliate nell’individuare e creare una società che fosse in grado di gestire l’intero Ato Idrico purtoppo si sono aggiunte scelte sbagliate nell’individuare chi quella società doveva guidarla  e anche si sono fatte scelte sbagliate nella gestione della società come far pagare a Rivieracqua  come i  costi stratosferici  pagati dalla stessa Rivieracqua ad Amat, ex gestore cessato, che a sua volta comprava acqua da Amaie, ma con prezzi di gran lunga più bassi. Perché una differenza così  vistosa? È ciò che il presidente del consorzio Gian Alberto Mangiante con tutto il cda vogliono capire.

E che l’assemblea dei soci ( i sindaci ..) dovrà valutare.

https://www.rainews.it/tgr/liguria/video/2022/02/lig-Rivieracqua-imperia-amat-amaie-acqua-consorzio-0868a60c-d7dc-4e4e-9b25-a94398c1a92a.html

Veniamo poi al capitolo della cessazione di Amat ed Aiga partecipate da un socio privato che per effetto delle norme di legge hanno visto cessare la loro funzione e dovevano consegnare impianti e personale alla nuova società Rivieracqua. Ci son voluti dieci anni per arrivare a un compromesso e un accordo tra le parti, con ricordi al tar, battaglia legale senza esclusione di colpi e solo con l’intervento del Commissario Checcucci si è trovato un accordo anche e soprattutto su quanto doveva essere corrisposto dalla società Rivieracqua per subentrare.

https://www.ilsecoloxix.it/imperia/2021/04/03/news/rivieracqua-chiusa-la-guerra-con-amat-accordato-un-indennizzo-di-10-5-milioni-1.40107338

ecco quindi che tra se sommiamo incapacità amministrativa , dirigenti non all’altezza , concorsi truffa , accordi dannosi per la società , contenziosi legali sia con le società cessate che coi comuni  cominciamo ad avere un quadro più chiaro del perché siamo di fronte a un vero e proprio fallimento!!

Di fronte a tutto questo la soluzione però c’è , si è trasformata la societa Rivieracqua in una spa e si venderà il 49 per cento a un privato che con capitale fresco paghera tutti o quasi i debiti.

Ecco perché non si è più seguita la strada del concordato presentata in tribunale.

A questo punto però le domande legittime di ogni cittadino che paga e paghera le bollette sono diverse e sarebbe bene che prima di procedere si desse una risposta  perché 62 milioni di debito in dieci anni sono una cifra enorme e perche in questo modo si tradisce l’esito del referendum popolar…

perche i soci cioè i sindaci non chiedono di avviare azioni di responsabilità nei confronti di chi ha assunto scelte sbagliate e dannose o di chi ha truffato ?

Perché si scegli applicare un modello di società misto pubblico / privato che abbiamo gia visto all’opera nella nostra provincia con Amat e Aiga ? modello che noi riteniamo non diana alcuna garanzia di maggiore efficienza e qualità del servizio  ?

https://www.sanremonews.it/2021/11/19/amp/argomenti/politica-1/articolo/amat-tra-i-problemi-ereditati-da-rivieracqua-contatori-non-a-norma-da-sostituire-per-oltre-2-milio.html

https://www.lastampa.it/imperia-sanremo/2018/04/30/news/l-accordo-sul-debito-di-amat-mette-al-sicuro-il-bilancio-del-comune-capacci-soddisfatto-1.34011910/

Il gestore del SII (servizio idrico integrato) come da Statuto societario doveva secondo convenzione garantire l’equilibrio economico finanziario del bilancio tenuto conto dell’intervenuta abrogazione referendaria dell’art.154 del d,lgs n.152/2006 nella parte in cui prevede la remunerazione del capitale investito. Ci chiediamo quindi come sia possibile per un socio privato Investire capitale senza avere la remunerazione conseguente e quindi rispettando l’esito Referendum popolare?

Il nostro Ato idrico ha neccessita di numerosi e urgenti interventi sull’acquedotto

Via libera anche in sede di Conferenza Unificata Stato Regioni al decreto ministeriale che individua Rivieracqua al posto di Regione Liguria come soggetto attuatore degli interventi sul sistema del Roja. Il decreto costituisce l’ultimo atto dell’iter con cui, di fatto, si attribuiscono a Rivieracque le risorse necessarie all’avvio dei bandi di gara per la realizzazione degli interventi sull’acquedotto e delle azioni emergenziali legate alla siccità, a partire dai fondi per 5,8 milioni di euro assegnati da Regione Liguria al soggetto gestore del servizio idrico integrato, oltre ai 27,5 milioni di euro in disponibilità dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

se la soggetto attuatore degli interventi è la società Rivieracqua che cambia statuto e che dovra’ anche diventare società mista come si concilia questo con la gara a doppio oggetto a cui dovrà partecipare per individuare il socio privato e diventare il soggetto a cui affidato Ato idrico perche’ non potra più essere un affidamento in house?

Perche ora che la società chiude finalmente un anno con quasi due milioni di utili i Soci preferiscono vendere il 49% delle quote a un privato piuttosto che dare un contributo per ripianare i debiti?

https://www.ansa.it/amp/liguria/notizie/2022/07/20/rivieracqua-chiude-2021-con-1.9-mln-di-utili-verso-la-spa_dbc4276c-1943-43b2-a9fd-84658420da67.html

In conclusione  speriamo di aver aiutato a comprendere come 62 milioni di euro non sono frutto del caso ma ci sono e si possono individuare responsabilità politiche, amministrative rileggendo gli atti che si sono succeduti

inoltre risulta chiaro che la scelta della società mista non tutelerà il pubblico, perché un socio privato  che ha il 49% determinerà le scelte della società e vorrà vedersi retribuito il capitale che ha investito.

Ecco quindi che una cosa risulta chiara ed evidente :

i 62 milioni di euro li pagheranno comunque i cittadini con le bollette sia  che ci sia il privato sia che i Comuni decidano di tenere la società interamente pubblica con una differenza che il pubblico non deve fare profitto , il privato si, che l’intero Ato idrico rimarrà un bene interamente in possesso della collettività.

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