Un gruppo di studenti afferma che i funzionari dell’Università Ferdowsi nella città di Mashhad hanno deciso di separare le classi per genere per il prossimo anno scolastico.
Il 28 agosto i Consigli delle corporazioni studentesche dell’Iran hanno pubblicato le foto che mostrano una nota interna approvata da Abolfazl Ghaffari, vicepresidente della scuola per gli affari culturali, sociali e studenteschi, che delinea l’attuazione del piano, che è stata inviata al preside della Facoltà di Matematica Dipartimento e verrà rilasciato anche agli altri capi dipartimento.
Nella direttiva, Ghaffari fa riferimento a una decisione del Consiglio Supremo della Rivoluzione Culturale iraniana, che impone l’osservanza delle linee guida islamiche negli ambienti educativi, approvando la separazione degli studenti maschi e femmine nelle classi.
La segregazione di genere è da tempo una questione controversa nelle università iraniane.
Negli ultimi quattro decenni, varie strutture universitarie, comprese mense e biblioteche, hanno visto l’attuazione della politica di segregazione di genere, scatenando le proteste degli studenti. Alcune università sono state istituite addirittura esclusivamente per un genere.
Nonostante queste misure, le aule dei corsi specializzati sono rimaste in gran parte miste, principalmente a causa dell’opposizione della comunità accademica e dei vincoli finanziari.
Negli anni ’80, le università iraniane implementarono un sistema in cui le classi erano divise da una tenda per separare gli studenti maschi e femmine. Questa misura ha incontrato l’opposizione di Ali Khamenei, allora presidente e ora leader supremo dell’Iran.
Negli ultimi due decenni, Khamenei ha costantemente sottolineato l’importanza di “islamizzare le università” e nei suoi discorsi si è espresso contro l’organizzazione di “campi ricreativi di genere misto”.
Le università e gli studenti sono da tempo in prima linea nella lotta per maggiori libertà sociali e politiche in Iran. Nel 1999, gli studenti protestarono contro la chiusura di un quotidiano riformista, provocando un brutale raid nei dormitori dell’Università di Teheran che provocò la morte di uno studente.
Nel corso degli anni, le autorità hanno arrestato attivisti e leader studenteschi, condannandoli al carcere e vietando loro di studiare.
L’agenzia di stampa attivista HRANA afferma che almeno 700 studenti universitari sono stati arrestati durante i recenti disordini.
Molti hanno dovuto affrontare condanne come la reclusione e la fustigazione, e decine di studenti sono stati espulsi dalle università o sospesi dagli studi, mentre le forze di sicurezza cercavano di soffocare il diffuso dissenso.
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