Di Fabio Casalini
Srebrenica è una città della Bosnia ed Erzegovina orientale e appartenente all’entità della Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina (Republika Srpska) con 15.242 abitanti al censimento 2013.Srebrenica si trova in una zona montuosa e il nome della città significa “miniera d’argento” (in lingua serbocroata “srebro” significa “argento”), dall’antico nome latino “Argentaria”.Prima del 1992 erano attivi in città una fabbrica metallurgica, uno stabilimento termale che richiamava turisti da tutta l’ex-Iugoslavia, mentre nelle vicinanze erano operanti miniere di zinco, piombo e oro. Oggi le principali attività economiche sono l’estrazione di salgemma e gli stabilimenti termali.Verso la fine della guerra in Bosnia, nel luglio 1995, Srebrenica fu teatro del primo genocidio europeo dalla fine della seconda guerra mondiale che vide il peggiore massacro di civili bosgnacchi da parte delle truppe paramilitari serbo-bosniache di Ratko Mladić. Proviamo a ricostruire brevemente ciò che accadde in quel maledetto conflitto. Nel corso della guerra in Bosnia (1992-1995) la città era una enclave bosniaca circondata da territori abitati da serbi bosniaci, e costituiva un’area di sicurezza controllata dalla Forza di protezione delle Nazioni Unite (UNPROFOR). L’11 luglio 1995, Srebrenica venne occupata e le truppe serbo-bosniache deportarono la popolazione e compirono quello che e’ passato alla storia come il genocidio di Srebrenica, in cui furono trucidati circa ottomila uomini e ragazzi bosniaci musulmani: i maschi dai 12 ai 77 anni furono separati dalle donne, dai bambini e dagli anziani, apparentemente per essere interrogati, in realtà vennero uccisi e sepolti in fosse comuniCiò che colpisce della strage, oltre alla crudeltà ed alla sistematicità con cui è stata commessa, risiede nel fatto che i caschi blu olandesi presenti, appartenenti al contingente UNPROFOR, nulla fecero per prevenire lo sterminio, a causa del fatto che le Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU fino a quel momento votate, non davano alla Forza mezzi ed autorizzazione per agire.Dobbiamo ricordare che durante l’avanzata serba sulla città, gran parte della popolazione ed i soldati olandesi erano già fuggiti e si erano rifugiati nella base militare dell’ONU di Potocari. Davanti alla minaccia ed allo spiegamento di forze di Mladić, i caschi blu decisero di collaborare alla separazione di uomini e donne per poter tenere la situazione sotto controllo, per quanto fosse possibile nelle circostanze.I soldati olandesi subirono pesanti accuse da parte dei media al ritorno in patria. Numerosi soldati soffrirono di stress post-traumatico in seguito alla vicenda, e sostengono di essere stati ingiustamente criticati dalla stampa. Il 4 dicembre 2006 il Ministro della Difesa olandese ha decorato con cinquecento medaglie il battaglione di pace che aveva il compito di proteggere Srebrenica. La motivazione fornita dal portavoce olandese precisa che questa non costituisce una medaglia al valore, bensì una forma di ricompensa per le accuse – ritenute ingiuste – a cui i soldati olandesi vennero sottoposti.Vorrei concludere con il ricordo dei numeri precisi di quel massacro: la Lista preliminare delle persone scomparse o uccise a Srebrenica compilata dalla Commissione Bosniaca delle Persone Scomparse contiene 8.372 nomi.A giugno 2015, 6.930 salme riesumate dalle fosse comuni sono state identificate mediante oggetti personali rinvenuti oppure in base al loro DNA che è stato confrontato con quello dei consanguinei superstiti.
Bibliografia
Emir Suljiagić, Cartoline dalla fossa, traduzione di Aldo Parmeggiani,
Trieste, Beit Editore, 2010Srebrenica,
Corte Aja: “Anche il governo olandese responsabile della strage”,
www.lastampa.it, 27 giugno 2017
La Serbia si scusa per il massacro di Srebrenica, it.reuters.com, 31 marzo 2010
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