Di Claudio Rinaldi
I russi bombardano dal cielo le acciaierie Azovstal di Mariupol, mentre sottoterra asserragliati nei cunicoli i combattenti del Battaglione Azov cantano la loro resistenza. Una resistenza però che sembra inutile: il territorio – dopo più di due mesi di guerra – ormai è in mano all’invasore. Ieri 9 maggio un corteo con bandiere sovietiche e un lungo drappo di San Giorgio ha sfilato per una città deserta e distrutta. Non sono a Mariupol, le immagini e le testimonianze che vedete nel servizio sono state girate dai bravissimi colleghi delle agenzie internazionali. Ma pur non essendo lì, pur non potendo vivere in presa diretta quei rumori e quelle scene, ogni volta è un colpo al cuore. Comunque la si pensi sull’invio delle armi, sulle responsabilità di Tizio o di Caio, ciò che sta accadendo a Mariupol è una sconfitta per l’umanità. Non è umano infatti ridurre una città in questo stato. Ieri “Gli irriducibili di Mariupol” in onda a Quarta Repubblica.
Montaggio della mia compagna di viaggio nel racconto di questa guerra, Francesca De Marchis.🎥👇
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