Le organizzazioni studentesche iraniane hanno riferito di una significativa ondata di convocazioni presso l’Università della Scienza e della Tecnologia di Teheran in un continuo inasprimento della supervisione del codice di abbigliamento dopo mesi di disordini innescati dalla morte di una giovane donna per aver presumibilmente indossato un velo in modo improprio.
I Consigli delle corporazioni studentesche del paese hanno riferito il 5 giugno che, durante la scorsa settimana, un numero significativo di studenti dell’Università della Scienza e della Tecnologia è stato convocato al Comitato Disciplinare, così come almeno 11 professori. Le ragioni addotte per queste convocazioni andavano dal rifiuto di rispettare le regole obbligatorie dell’hijab a quello che le autorità universitarie hanno definito “abbigliamento inappropriato”.
Oltre alla convocazione degli studenti alla commissione disciplinare, le forze di sicurezza di pattuglia avrebbero molestato gli studenti con il pretesto del codice di abbigliamento mentre camminavano nel campus universitario.
Gli Student Guild Councils hanno affermato che l’intrusione nella vita degli studenti si è estesa anche ai dormitori, dove sono state citate infrazioni al coprifuoco.
Oltre agli studenti, nei giorni scorsi sono stati convocati dal Consiglio di Disciplina di Facoltà anche almeno 11 professori dell’Università degli Studi di Scienza e Tecnologia. Hanno detto di essere stati convocati per aver firmato una dichiarazione di protesta contro “gli attacchi compiuti contro le scuole e le studentesse”.
Le università iraniane sono diventate un focolaio di disordini dalla morte di Mahsa Amini a Teheran a settembre. Il 22enne è morto mentre era in custodia della polizia per una presunta violazione della legge del paese sul velo obbligatorio.
La polizia ha cercato di addossare la colpa alla salute di Amini, ma i sostenitori affermano che testimoni l’hanno vista picchiata quando è stata presa in custodia. La sua famiglia dice che non aveva precedenti di problemi medici ed era in buona salute.
Ci sono stati scontri nelle università e nelle scuole tra i manifestanti e le autorità, che hanno spinto le forze di sicurezza a lanciare una serie di raid nelle strutture educative in tutto il paese, arrestando violentemente studenti, soprattutto studentesse, che si sono tolti con aria di sfida il velo o l’hijab, per protesta.
Secondo un rapporto del “Comitato per il monitoraggio della situazione dei detenuti”, dall’inizio delle proteste a livello nazionale nel settembre 2022, sono stati arrestati più di 720 studenti, alcuni dei quali sono ancora in arresto.
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