Un gruppo di 54 avvocati iraniani che hanno espresso sostegno alla famiglia di Mahsa Amini dopo la sua morte durante la custodia della polizia è stato convocato dalle autorità giudiziarie per spiegare i post sui social media, una mossa secondo gli attivisti fa parte di una campagna dei funzionari per fare pressione su di loro in mezzo ai continui disordini sulla soppressione dei diritti delle donne da parte del regime islamico.

Il gruppo Hengaw con sede in Norvegia, che monitora le violazioni dei diritti nelle regioni curde dell’Iran, ha riferito il 14 luglio che gli avvocati di Bukan nella provincia dell’Azerbaigian occidentale erano indagati per aver pubblicato le regole di “immagini e contenuti contro il pudore pubblico”.

In una dichiarazionepubblicato online nel settembre 2022, pochi giorni dopo la morte di Amini dopo essere stato detenuto per una presunta violazione della legge sull’hijab obbligatorio, gli avvocati si sono detti pronti a fornire alla famiglia di Amini rappresentanza legale pur condannando “il comportamento illegale di qualsiasi istituzione e organizzazione”, un apparente riferimento alla pressione statale sulla famiglia affinché accetti la sua spiegazione ufficiale – motivi di salute – per la sua morte.

La famiglia ei testimoni dell’arresto di Amini dicono che è stata picchiata durante il suo arresto e non aveva precedenti di problemi di salute.

Hengaw ha citato “fonti informate” anonime secondo le quali il procuratore di Bukan aveva “continuamente esercitato pressioni su questi avvocati con giustificazioni contraddittorie” da quando la lettera è stata pubblicata.

La convocazione degli avvocati a Bukan arriva in mezzo a una maggiore pressione statale sugli avvocati indipendenti che hanno criticato la repressione statale e su coloro che hanno difeso i manifestanti arrestati durante la brutale repressione statale delle proteste anti-establishment.

Decine di avvocati sono stati arrestati durante la repressione. La maggior parte è stata rilasciata in virtù di un’amnistia dichiarata dal leader supremo Ayatollah Ali Khamenei a febbraio, ma da maggio le autorità hanno convocato oltre 100 avvocati in tutto il paese.

Alcuni degli avvocati che sono stati convocati hanno affermato che il procedimento è stato per lo più condotto dal tribunale di sicurezza situato nella famigerata prigione di Evin a Teheran, senza che siano state dichiarate accuse specifiche.

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